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Mi rifaccio vivo - Sergio Rubini torna al cinema con una nuova commedia e un ricco cast

02/05/2013 | Interviste |
Mi rifaccio vivo - Sergio Rubini torna al cinema con una nuova commedia e un ricco cast

“L’erba del vicino non è sempre più verde”. Così l’attore/regista Sergio Rubini esordisce alla conferenza stampa per la presentazione del suo nuovo film: Mi rifaccio vivo. In sala, presente tutto il cast (Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè, Pasquale Petrolo - il Lillo di Lillo&Greg - Vanessa Incontrada, Margherita Buy, Valentina Cervi e Enzo Iacchetti), affiatato come sul grande schermo.

Fin dai tempi della scuola Biagio Bianchetti (Lillo) è in competizione con il suo acerrimo nemico Ottone di Valerio (Neri Marcorè), di cui è fortemente invidioso. Caduto in disgrazia con la sua azienda e arrivato al limite della sopportazione nell’assistere ai successi di Ottone, Biagio decide di farla finita e di suicidarsi. Ma (imprevisti della sorte!), grazie ad una buona azione fatta in vita, il fallito imprenditore scopre nell’aldilà di aver diritto ad un bonus: un’altra settimana da vivere sulla Terra. Biagio decide così di reincarnarsi in Dennis Rufino (Emilio Solfrizzi), grande manager amico di Ottone, con l’intento di mandare finalmente in disgrazia il suo rivale. Il povero Bianchetti non immagina che anche Ottone è un uomo con problemi, fragilità e debolezze.

Durante l’incontro la parola viene data subito al regista Sergio Rubini che, senza bisogno di domande, spiega perfettamente il messaggio del film, quale è stato il suo intento nel realizzarlo e come è avvenuta la scelta del cast: “Ho voluto fare un film sulla pacificazione. Il nemico va conosciuto e pacificato tramite la conoscenza; è un essere umano come noi, ci può fare simpatia e si può anche decidere di aiutarlo. Considero il lieto fine come l’indicazione di una strada e di un percorso. Il lieto fine vuol dire suggerire una direzione da seguire e ciò significa non essere vili, bensì coraggiosi.
Ho deciso di mettere in scena l’antagonismo maschile perché quello femminile è più nero, scuro e con elementi ancestrali mentre quello maschile fa ridere: sono galli che si azzuffano. Ho scelto anche un tipo di comicità fisica. Sapevo che Emilio Solfrizzi ha questo tipo di comicità: sa inciampare, cadere e ha tutte le caratteristiche dei comici di una volta. Con i comici veri e propri non ci avevo mai lavorato. Si dice che i comici ti rubano la scena perché hanno manie di protagonismo e invece sul set ho incontrato comici generosi. Accanto a loro ho messo anche attrici che già conoscevo bene, tra le quali Margherita Buy e Valentina Cervi, che rappresentano un tipo di femminilità che allude alla nevrosi. Vanessa Incontrada, invece, l’ho scelta perchè rappresenta una femminilità più compiuta. Tra gli attori, anche Enzo Iacchetti è stato una piacevolissima sorpresa.
Il film nasce con l’idea di mettere in scena una seconda opportunità. Non è una commedia di costume (alla quale gli italiani sono abituati), ma più sofisticata. L’intento di fare un film sulla pacificazione penso sia il tema della contemporaneità: bisogna avere il coraggio di deporre le armi e di conoscere l’altro perché gli antagonismi logorano. Deporre le armi non vuol dire non mettere le cose al loro posto, bensì affrontare il dialogo e approfondirlo senza arroccamenti ideologici”.

A seguire, i protagonisti della commedia intervengono alludendo in modo simpatico ad un incontro “mangereccio” e “annaffiato” (dal vino) durante il quale il regista li avrebbe coinvolti nel loro progetto.
Emilio Solfrizzi: “Durante una cena in cui abbiamo mangiato e bevuto, Sergio ci ha raccontato il suo progetto. La prima cosa che mi ha detto è «Tu dovrai contenere Lillo» e ho pensato «Ma come mi vede Sergio? O forse, non ha visto bene Lillo!». È stata una grande sfida. Sergio ci invitava a lavorare con la fisicità come sostegno alle battute fino a renderla vero e proprio testo, ossia linguaggio non verbale. Questo è stato molto divertente. Il personaggio che ho interpretato è un manager di importanza mondiale che all’interno aveva l’anima di un perdente, quindi dovevo sempre ricordare Lillo”. 
Lillo Petrolo: “Durante la cena con Sergio eravamo talmente "annaffiati" che io pensavo di dover girare un film western. Il ruolo di Emilio è stato più difficile perché, mentre io ho interpretato la mia parte e il mio personaggio, Emilio doveva continuamente ricordarmi”.
Come sullo schermo, anche durante l’incontro Neri Marcorè è stato grande protagonista che con la sua simpatia ha punzecchiato Lillo e sfoderato ironiche battute con allusioni (non casuali) alla realtà politica italiana: “Possiamo conoscere il nemico e ci possiamo fare pace ma anche questo può essere fastidioso, soprattutto quando già lo abbiamo conosciuto e pensiamo che faccia parte del passato e invece si ripresenta sempre nel presente”.
Margherita Buy: “Con Sergio ho lavorato tante volte e ogni volta su cose diverse. In questo caso ho avuto un po’ di difficoltà perché il mio personaggio, Virginia (moglie di Ottone), è sopra le righe, buffo; dovevo essere eccessiva e stravagante. Sono stata contenta di mettermi alla prova in questa interpretazione”.
A sua volta Enzo Iacchetti ha affermato che è stato un privilegio ricevere una piccola parte in un film di Rubini, ricordando che alcuni attori non devono essere e rimanere necessariamente legati alla televisione. Grande piacere ha provato anche Vanessa Incontrada, già interprete con Marcorè de Il Cuore altrove di Pupi Avati nel 2003, e Valentina Cervi, ritornata a lavorare con Rubini dopo il film L'anima gemella  (2003).
 

Elisa Cuozzo

 


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